Il progresso digitale che stiamo vivendo si inserisce in moltissimi campi del quotidiano: istruzione, spostamenti, acquisti, informazione e approfondimento.
Immaginare di dover rinunciare a questi benefici è impensabile. Ma non sempre le pagine web e i servizi digitali sono alla portata di tutti. Ecco perché negli ultimi tempi si parla sempre più spesso di inclusione digitale e digital divide.
Ma cosa si intende per accessibilità digitale? Un sito web è accessibile se fruibile da tutte le persone, soprattutto da quelle con disabilità: persone ipovedenti, cieche, sorde, ma anche per chi ha dei problemi di comprensione di testi più complessi, come persone con DSA (Disturbo Specifico dell’Apprendimento) o deficit cognitivi. Questi casi richiedono una maggiore attenzione alla formulazione dei testi per rendere la lettura scorrevole strutturandola in maniera logica e intuitiva per tutti.
Accessibilità diventa sinonimo di inclusività.
Per un sito facilmente fruibile la stesura dei contenuti deve essere studiata e rivista attentamente per fare in modo che non si propongano categorie stereotipate e limitanti. A prescindere dal tema trattato, è importante che il proprio target si rispecchi in contenuti che lo facciano sentire a proprio agio.Che vuol dire digital divide? Con questo termine intendiamo il divario digitale che c’è tra chi ha libero accesso a internet e chi, per vari motivi, ha delle limitazioni. La creazione di siti web accessibili, quindi, può limitare il divario digitale che coinvolge le persone che non riescono ad avere una libera fruizione dei siti web.
L’accessibilità, quindi, è una delle caratteristiche da tenere in considerazione se si vuole dare la possibilità al target scelto per intero di fruire dei propri contenuti.
Un sito web inclusivo rispetta i principi dell’accessibilità web di percepibilità, utilizzabilità, comprensibilità, robustezza e conformità stabiliti all’interno del W3C (Word Wild Web Consortium) per garantire la presenza di siti web più accessibili.
Più in generale, per capire se il tuo sito web è accessibile, bisogna fare attenzione ad alcuni particolari, come la presenza di contenuti testuali in alternativa a quelli non testuali, ma anche l’audiodescrizione, indispensabile per persone con problemi visivi.
Inoltre, è importante impostare dei livelli minimi di contrasto tra testo e sfondo e garantire la fruibilità del sito anche tramite tastiera.
Nota importante, la struttura del testo: persone con ADHD e DSA potrebbero avere particolare difficoltà nella comprensione di testi con paragrafi eccessivamente complessi o poco logici. In questi casi, testi in grassetto e periodi non troppo lunghi possono venire in nostro soccorso.
Adottare questi accorgimenti permette al tuo sito web non solo di creare una user experience più efficiente, ma anche di beneficiare di un target più ampio. Anche perché, non dimentichiamolo, la fruibilità inclusiva e accessibile dei contenuti web un diritto.
Le parole hanno un peso e questo concetto è ben spiegato dal termine “inclusività” che ci accompagna verso un passo ulteriore sulla possibilità di accedere alle piattaforme online e alle pagine web.
Pensare all’utilizzo di termini e argomenti non discriminanti è il modo migliore per includere tutti nella lettura, senza rischiare di proporre contenuti stereotipati e limitanti nei quali il target non si rivede.
Il modo di comunicare può, infatti, veicolare pregiudizi circa diverse categorie sociali, culturali, biologiche o che riguardano condizioni di salute – come nel caso di persone disabili.
Dopo aver capito perché è importante ottimizzare il proprio sito web e renderlo accessibile, quali sono gli altri passi? Partiamo dalla compilazione della Dichiarazione di Accessibilità. La Dichiarazione di Accessibilità è uno strumento utilizzato dalle aziende che lo compilano per rendere noto lo stato di accessibilità del loro sito web. Il file deve essere conforme al modello ufficiale fornito da AGID, sul cui sito è possibile trovare anche le Linee Guida sull’Accessibilità degli Strumenti Informativi.
Il responsabile della compilazione è l’RTD (Responsabile per la Transazione Digitale) che deve essere nominato tra le figure dirigenziali interne all’impresa con funzione di garantire la trasformazione digitale dell’amministrazione, nel rispetto dei criteri di accessibilità e fruibilità.
L’accessibilità dei siti web e l’inclusività sono un diritto. A tutela di questo esistono delle normative di riferimento che possono aiutare le aziende a comprendere le disposizioni utili per l’accesso agli strumenti informatici da parte delle persone disabili.
Una delle prime normative italiane per l’accessibilità web è la Legge Stanca, o legge 4/2004 che dà disposizioni sia ai soggetti pubblici che a quelli privati. L’obiettivo di questa legge è riconoscere a tutelare il diritto di ogni persona alla fruibilità del web. In Italia, l’ente di riferimento è l’AGID (Agenzia per l’Italia Digitale).
A livello europeo, invece, parliamo di WAD (Web Accessibility Directive), la norma che definisce gli standard tecnici per l’accessibilità in Europa. Questa direttiva, insieme all’European Accessibility Act, stabiliscono degli standard tecnici per il raggiungimento della riduzione del digital divide.
Dopo aver visto molti degli aspetti che girano attorno ad accessibilità e inclusione, arriviamo adesso alla domanda per eccellenza: come capisco se il mio sito web è accessibile?
Gli elementi da attenzionare per rendere il tuo sito web accessibile riguardano, ad esempio, l’uso del colore e del contrasto: tutti i contenuti devono essere ben visibili e distinguibili, evitando quindi combinazioni come fondo verde e testo rosso, oppure fondo rosso e testo blu. Sempre in quest’ottica, alcune combinazioni di colore potrebbero confondere le persone daltoniche.Non solo colori, ma anche testo e immagini. Sarà capitato di leggere “testo alt” o “testo alternativo” nella sezione in cui andiamo a caricare le immagini all’interno del nostro sito. Questa dicitura ci avverte dell’importanza di abbinare un testo alle immagini proprio per rendere accessibile il sito tramite l’uso di uno strumento di lettura.
Non di meno, la formattazione è importante per assicurare all’utente che anche con l’ingrandimento massimo il testo mantenga la leggibilità inalterata.
Strumenti e risorse per testare l’accessibilità web
Vediamo, adesso, quali tool possiamo usare per testare l’accessibilità?
Uno degli strumenti più importanti è lo screen reader: un software che aiuta le persone cieche o ipovedenti ad utilizzare il computer. La funzionalità sta proprio nella capacità di traduzione degli elementi testuali in elementi vocali, aiutandoci a capire l’importanza di controllare testi e immagini che, se non rispettano gli standard di accessibilità, non permettono la lettura tramite questo software. Uno dei più conosciuti è NVDA (Non Visual Desktop Access), un software gratuito per Windows.
Per l’ottimizzazione dell’uso dei colori uno strumento molto utile è Colorblind, un tool che ti permette di visualizzare la tua pagina web per come la vedrebbe un utente daltonico.
Possiamo trovare anche diversi strumenti che aiutano nello sviluppo di un sito web accessibile, come quelli messi a disposizione da WordPress: WP Accessibility e OneClick Accessibility che permettono di risolvere le problematiche principali che ostacolano la fruizione web. Anche per i temi grafici accessibili, WordPress propone una sezione dedicata.
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